LE CONDIZIONI SOCIO-ECONOMICHE DELLE FAMIGLIE

Le ricerche volte ad indagare le condizioni socio-economiche delle famiglie e, sulla base di queste, ad indagare le aree di disagio economico muovono su diversi approcci metodologici, non senza contraddizioni e difficoltà. Da un lato ci sono le attese di avere un dato certo, univoco e inequivocabile, dall'altro il ricercatore si trova di fronte ad una serie di fonti diverse, difficilmente accessibili e quasi per nulla integrabili. Analogo il discorso sugli indicatori che non sempre sono univoci nell'individuare i livelli di benessere e di disagio economico. 

Un primo elemento che occorre focalizzare in merito all'indagine è l'approccio secondo il quale ci muoviamo: la povertà, e in più generale i livelli di benessere, non possono essere definiti in termini assoluti, ma in termini relativi. Due sono gli elementi su cui basare il concetto relativo di povertà: il primo è un riferimento spazio- temporale, il secondo è un riferimento alla distribuzione delle risorse economiche. Innanzitutto il concetto di povertà va ancorato ad un determinato contesto territoriale, viviamo in un tempo in cui permangono forti differenze non solo all'interno del paese, ma anche all'interno di contesti territoriali prossimi. 

Il secondo punto di riferimento per definire i livelli di benessere va preso in riferimento alla distribuzione stesse delle risorse economiche all'interno del contesto in esame. Per quanto riguarda la povertà ci si basa sulle fasce deboli tra coloro che hanno a disposizione una quota di risorse inferiore alla metà o a un quarto della popolazione, a seconda degli approcci. 

 

La ricerca si è mossa su tre piste di indagine più battute dalla ricerca socio-economica. 

Indagare le percezioni della propria situazione economica. La prima pista riguarda le percezioni, si basa sul presupposto che il disagio economico, si possa indagare a partire dalla valutazione che i cittadini esprimono sulla propria situazione socio-economica. Il disagio economico è quindi ascritto a quella fascia di popolazione che ritiene di essere in disagio economico perché valuta le proprie risorse insufficienti e ritiene di avere necessità di un aiuto economico.  

Indagare la propria situazione reddituale della famiglia. La seconda pista riguarda più direttamente le risorse economiche delle famiglie. Gli studi che si basano su questi approcci in termini relativi individuano come soglia di povertà quel valore reddituale al di sotto del quale si colloca un quarto o la metà delle famiglie. A questo proposito la ricerca ha avuto un approccio articolato: innanzitutto non si sono considerati solo i redditi da lavoro o da pensione, ma anche quelli da patrimonio mobiliare e immobiliare. Per confrontare le diverse tipologie familiari abbiamo ponderato il reddito familiare complessivo, sulla base del numero dei componenti del nucleo familiare. 

Indagare il livello di spesa delle famiglie. La terza pista si basa sull'approccio che indaga la situazione economica delle famiglie a partire dai livelli di consumo. Questa pista è stata utilizzata per quantificare una stima delle principali voci della spesa familiare: spese per la casa (affitto o mutuo), per le utenze domestiche, per i trasporti, per la scuola, per l'accudimento di minori ed anziane infine per le spese sanitarie. Si è ritenuti opportuno indagare, non tanto la spesa familiare complessiva ma la così detta spesa incomprimibile lasciando da parte la spesa per beni voluttuari. Questa parte di ricerca non va quindi letta attraverso l'equazione livello spesa/consumi uguale livello di benessere, ma piuttosto serve all'attore politico e più in generale agli erogatori di servizi per avere una stima delle spese che ogni famiglia deve sostenere. 

 

In una sezione del rapporto è stata poi sviluppata una applicazione sperimentale dell'I.S.E.E. ad un sottocampione di famiglie. Tale sperimentazione aveva tre finalità: tracciare un quadro della distribuzione dei valori I.S.E.E. delle famiglie residenti nel Distretto, evidenziando le caratteristiche socio-demografiche; osservare i valori I.S.E.E. e focalizzare l'attenzione sulle caratteristiche socio-demografiche delle famiglie collocate nel 1° quartile e 2° quartile di tale distribuzione, al fine di individuare le potenziali determinanti delle condizioni di povertà; applicare l'I.S.E.E. sulla base di tre proposte di modelli tariffari di servizio socio-educativo a domanda individuale di refezione scolastica.