Da "Il Cittadino" del 01 aprile 2004

Nuove povertà, i comuni in difficoltà
(San Donato Mil.se, giovedì 1 aprile 2004)

 

Tempi duri per il welfare locale: le borse dei comuni sono sempre più vuote mentre le esigenze dei cittadini aumentano giorno dopo giorno. E ad essere sempre più in grave difficoltà sono non le categorie riconosciute come deboli, ma quelle medie, in cui sopravvivere sembra iniziare ad essere veramente difficile.Lo dice l’Istat su scala nazionale, lo ribadiscono gli osservatori sociali su scala locale. Si prenda ad esempio il Sudmilano, in particolare i tre comuni più grandi e di maggiore tradizione: San Donato, San Giuliano e Melegnano. Ora, stando a quanto affermano gli assessori ai servizi sociali delle tre realtà, emergono continuamente nuove esigenze: se è vero che gli anziani (con il problema dell’abbandono, delle pensioni, della povertà, delle malattie debilitanti) sono il campanello d’allarme costantemente acceso, il territorio negli ultimi anni sta lanciando nuovi, inquietanti, sos. «A non farcela più sono le famiglie cosiddette normali, anche quelle con due redditi medi o medio bassi, che non riescono a stare al passo con il caro vita», ammette senza mezze parole Patrizia Menapace, assessore ai servizi sociali di San Giuliano. Il contesto è quello di un convegno organizzato ieri mattina al Crowne Plaza di San Donato dal Centro Studi Alspes (Associazione lombarda studi politici economici e sociali) dal titolo “Un modello locale di osservatorio sociale. Best practice nel Sudmilano”. Proprio di “buone pratiche” ha parlato Domenico Dosa, presidente Alspes, in apertura del dibattito, quando ha descritto ai presenti la nascita di un osservatorio sociale nei tre comuni del Sudmilano: questa attività di ricerca e di monitoraggio della situazione sociale della città è stata avviata da San Donato sin dal ‘99, nel 2001 da Melegnano e nel 2002 da San Giuliano. Lo scopo è quello di mettere sul tavolo degli amministratori locali “cifre” (sondaggi, dati, statistiche) relative ai bisogni, ai problemi, alle necessità dei servizi sociali di ogni singola amministrazione Un passo avanti importante, ma non sufficiente secondo il presidente dell’Alspes. All’analisi deve seguire il “ben fare” e non sempre, almeno stando alle parole di Patrizia Menapace, Angelo Bigagnoli e Maria Rosaria Arioldi, assessori alla partita rispettivamente di San Giuliano, San Donato e Melegnano, è possibile far fronte a tutti i problemi che gli osservatori sociali delle tre città hanno evidenziato. Specie per le nuove difficoltà, come quella, di cui si diceva, della crisi che investe la classe media, una volta motore tranquillo della società, oggi in affannosa ricerca di una stabilità poco garantita da una società in cui vigono le regole del mercato. Importante, secondo l’assessore Arioldi, il lavoro che il no profit e il terzo settore compie sul territorio anche se la responsabilità politica delle scelte resta delle istituzioni. E mentre gli amministratori si interrogano sulla necessità di rivedere i parametri per agevolazioni e sostegni da parte ai cittadini, tutti concordano sulla necessità di un osservatorio che, focalizzato sul sociale, tasti il polso del territorio. «Quando è partita l’esperienza a San Donato - ha detto Bigagnoli - eravamo dei pionieri ma sin da subito abbiamo creduto nella necessità che l’osservatorio fosse uno strumento stabile e non passeggero d’indagine». Nel 2002 San Donato ha anche pubblicato la carta dei servizi sociali: «Un documento importante - ha commentato Bigagnoli - ma visto dalla gente più come un almanacco dei servizi a disposizione del pubblico che come progetto da portare avanti insieme: la carta dei servizi spiega anche quali siano i diritti dei cittadini, ma pochi sembrano esserne consapevoli».


Francesca Amé